Il ruolo storico dei corsi d’acqua in Toscana

La Toscana è visibilmente terra meravigliosa, immersa nel verde e irrorata da secolari corsi d’acqua.
Tutto questa bellezza naturale ha attirato nella regione personaggi illustri di ogni epoca e civiltà.
Da queste parti sono infatti passati pittori, scrittori, poeti, papi, santi, generali e imperatori.
Proprio per questo, ogni acqua in Toscana ha il suo corso, la sua storia, il suo perché.
Sono gocce di memoria, dove protagonista è la scoperta del legame atavico tra l’uomo e l’acqua.
Il bisogno costante di elogiare le proprietà di questo elemento naturale ha infatti segnato profondamente il cammino della storia.
E così ogni corso d’acqua si presenta impreziosito di immagini, pensieri e iscrizioni a caratteri antichi.
Si tratta di elementi capaci di evocare e far rivivere mondi lontani.

Corsi d’acqua: lo specchio delle società

Fonti e sorgenti in Toscana ci riportano dunque indietro nel tempo.
Si parte da riti risalenti all’uomo preistorico inneggianti a Madre Acqua, fino ad arrivare al mito, la poesia, i canti e le leggende del mondo latino.
Gli specchi d’acqua riflettono così società e modi di vivere di epoche tra loro lontane e diversissime.
Molti corsi d’acqua in Toscana recano infatti tracce del passaggio e degli stili di vita delle antichissime civiltà etrusca e romana.
Per queste società l’acqua era soprattutto l’elemento che cura il corpo e offre relax alla mente.
Altri canali  riportano invece i segni dell’imponente bisogno di acqua, quale simbolo di ravvedimento e purezza, del Medioevo cristiano.

Elementi che si intrecciano, si sovrappongono e si fondono perfettamente fino a giungere ai giorni nostri, carichi del fascino e del potere che l’acqua riveste nell’immaginario collettivo.
E in più sono abbeverati della moderna consapevolezza scientifica che l’acqua è davvero l’elemento insostituibile in grado di conferire purezza, salute e bellezza all’uomo.

In questo articolo andremo a compiere un viaggio nei luoghi dov’è possibile visitare i principali corsi d’acqua in Toscana.
Procederemo tra sorgenti e fonti d’acqua, in un percorso che da Nord a Sud, da Ovest a Est della regione, ci riporta in contesti naturali dalla bellezza mozzafiato, suggellati dalla presenza di fonti monumentali e architettoniche.
Pezzi viventi di storia e di cultura che raccolgono nelle loro vasche, il più sacro degli elementi storici: l’acqua.

L’antica Volterra e le sue fonti d’acqua monumentali

Tra i posti dove è possibile ammirare suggestive e architettoniche fonti ricavate da corsi d’acqua in Toscana, c’è sicuramente Volterra.
Si tratta di una località antichissima che reca ancora oggi memoria nei suoi borghi del suo splendido percorso medioevale.
Nel 1200 la città si presentava cinta da imponenti mura create per difendersi dagli assedi.
La vita all’interno delle mura generò ben presto la necessità di disporre di un certo approvvigionamento d’acqua.
Fu proprio da questa esigenza che ebbero origine la fonte di Docciòla e la fonte di San Felice.

La fonte di Docciòla

La fonte di Docciòla è costituita da una grande vasca in pietra.
Fu costruita nel 1245 da maestro Stefano, su una porta omonima dominata da 2 grandi archi ogivali che formano un portico.
Questa fonte solitaria e maestosa è oggi visitabile lungo l’arioso e ombreggiato viale dei Filosofi di Volterra.
Ma un tempo, vicino alla fonte, sorgeva il “tiratoio”.
Si tratta di un dispositivo dove veniva messa ad asciugare la lana, prima di essere filata, secondo l’antichissima Arte della lana di Volterra.
L’acqua della fonte serviva inoltre ad alimentare diversi mulini.
La fonte di Docciòla e la sua porta formano un complesso architettonico davvero singolare.
La maestosità di questa fonte affascinò persino Gabriele D’Annunzio.
Il poeta immortalò infatti la bellezza di questo corso d’acqua nel suo romanzo: “Forse che sì, forse che no”.

La fonte di San Felice

La fonte di San Felice e la sua omonima porta, furono invece edificate nel 1319 ad opera di Chelino Duccio Tancredi.
Nacquero entrambe per volere degli amministratori della contrada di Santo Stefano, come recita l’iscrizione inserita nei due grandi archi.
La struttura è collocata in una piccola valle naturale.

Non lontano dal corso d’acqua è oggi possibile ammirare i resti di un’antica opera idraulica romana che doveva servire da accesso alle vicine Terme Guarnacciane.
Un ritrovamento archeologico di sicuro interesse che ci apre ad un mondo a noi lontano e al valore sacrale dell’acqua nelle civiltà antiche.
Significativo in tal senso è anche il ritrovamento, accanto alle due fonti, di un bronzetto votivo del sesto secolo a.C. legato proprio al culto delle acque.
Accanto alla Fonte di San Felice sorge inoltre un oratorio dov’è venerata l’immagine della Madonna dei Gabellieri.
Un tempo  i gabellieri erano gli addetti alla riscossione delle tasse.

I corsi d’acqua a Fiesole: Fontelucente

Tra i corsi d’acqua del territorio toscano, la sorgente posta sulla collina di Fiesole, dal nome Fontelucente, gode di fascino secolare.
Ad essa si associano infatti antiche leggende pagane.
Secondo la tradizione popolare la fonte era popolata dalle Lamie che ingoiavano i bambini che piangevano.
Ma allo stesso tempo, la storia di Fontelucente è connotata da una forte componente cristiana.
Delle sue acque si alimenta infatti il rivolo che giunge fino all’interno della chiesa del Santissimo Crocifisso e che affiora da una parete.
Un elemento questo, che riproduce il tema della sacralità dell’acqua per la tradizione cristiana e impreziosisce questo luogo di simbolismo e di attrattiva.

La fonte del Borbotto: il corso d’acqua presso il Castagno di Andrea

Leggendaria e curiosa è sicuramente anche la fonte del Borbotto, il cui nome ha origine proprio dal rumore prodotto dalle sue acque.
Si tratta di un corso d’acqua che è molto visitato.
Ha infatti la fortuna di essere collocato lungo un percorso in cui si avventurano molti escursionisti a caccia di acqua e di natura.

La sorgente sul Falterona: il corso d’acqua da cui origina l’Arno

È qui, che tra i sassi, prende vita un piccolo corso d’acqua da cui sorgerà l’Arno.
L’emozione per la nascita di uno dei più grandi fiumi d’Italia ispirò i versi di Dante.
E ancora oggi il visitatore naturale osserva il fenomeno  visibilmente affascinato.

La Fonte dell’Alpe e la sua acqua buona

La fonte dell’Alpe è una sorgente di acqua della Toscana dalle proprietà minerali eccellenti.
Si trova sopra Razzuolo, in Mugello. 
Facile qui è imbattersi in gente che accorre festosa verso questo corso d’acqua per dissetarsi e riprendere il percorso.

La fonte di acqua fredda di Mosceta

A Mosceta, in Versilia, troviamo una fonte nota per la sua acqua estremamente fredda d’estate.
Si narra che una volta un versiliese ruppe perfino un bicchiere, nel riempirlo d’acqua alla fonte, in un agosto lontano.

Tra miracoli e corsi d’acqua: l’Eremo di Gamogna

Da visitare assolutamente, perché immerso in una natura davvero stupenda e spettacolare, è l’Eremo di Gamogna, a Marradi, fondato da san Pier Damiani.
Un posto dove acqua, natura e misticismo fanno da padroni.
È alla fonte dell’Eremo che avvenne, infatti, il miracolo dell’acqua che si tramutava miracolosamente in vino, tra lo stupore attonito dei frati eremiti che ringraziavano Dio.

I corsi d’acqua del Monte Senario

Un’antica leggenda narra che il monte Senario fosse il monte preparato e indicato da Dio ai Sette Santi per crearvi il loro luogo di culto e di preghiera.
Fu così che su questa altura, circondata da un bosco stupendo e ordinatissimo e dalla presenza di fonti di ottima acqua, sorse il convento dei Servi di Maria.
Vicino al convento troviamo la fonte del Gallo e la fonte di San Filippo Benizi, che la leggenda racconta essere scaturita dalla roccia, proprio per virtù delle preghiere del santo, e nei paraggi, l’acqua dell’Edificio della Ghiacciaia, acqua dalle eccellenti proprietà.

Le fonti del Monte Morello

Nei pressi di Firenze, il monte Morello si presenta ricco di fonti e di corsi d’acqua quali: Vecciolino, la fonte della Cascina, la fonte del Ciliegio, la fonte del Nocciolo.
Sono tutte sorgenti d’acqua immerse tra sentieri percorribili durante le escursioni.
Nei pressi di San Donato in Collina si trova invece la Fonte Santa, dove un tempo sorgeva un’antica cappella votiva, acqua oggi ritenuta non potabile per mancanza di controlli.

Il santuario sul monte Capanne e la fontana seicentesca

Nella religione cristiana  la sete d’acqua simboleggia la sete spirituale.
Il santuario della Madonna del Monte è un’opera architettonica medioevale ed è situato alle falde del monte Capanne.
È costituito da una chiesa dedicata a Maria Assunta e da una fontana a esedra seicentesca.
La fontana è un’opera monumentale di Pellegrino Calani da Filetto in Lunigiana ed è conosciuta come Teatro della Fonte.
Due epigrafi in latino a caratteri raffinati sono scolpite sul marmo bianco del Teatro.
In un bassorilievo è ammirabile il Crocifisso.

La fonte di Napoleone

Nella parte orientale dell’Isola d’Elba, tra Poggio e Marciane, si trova una fonte di acqua freschissima e limpidissima.
Si tratta della fonte di Napoleone.
Inizialmente si chiamava fonte di Acquaviva ma deve il suo nuovo nome, proprio al passaggio da queste parti, del celebre imperatore.
Durante il suo esilio, Napoleone amava infatti ritirarsi in questo luogo fresco, ombroso e ricco di acqua salubre e di vegetazione.
E nel 1947, memori di ciò, sorse addirittura uno stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua di Napoleone.
Sulla bottiglia era riportata la frase: “In acqua salus” ossia “la salute è nell’acqua”.
Uno slogan mirante ad evidenziare gli effetti salutari e terapeutici che l’Imperatore in persona, aveva attribuito a questo corso d’acqua.

I corsi d’acqua di Fucecchio e la sua cappella dall’acqua miracolosa

Eccoci a Fucecchio, immersi in un contesto rurale veramente bello e suggestivo, tra boschi di querce, castagni e acacie.

Qui i visitatori possono raggiungere uno dei luoghi di massima espressione della sacralità dell’acqua nella cultura cattolica toscana.
Qui sorge infatti il santuario della Madonna della Querce dalla cui cappella sgorga l’acqua che si dice generata da un miracolo.

Il culto della Madonna fu iniziato da un eremita, un certo Antonio da Lucca.
Fu il primo a porre nell’oratorio da lui realizzato, un’immagine sacra della Madonna della Quercia.

Ma il culto della Madonna della Quercia e della sua fonte ha per gli abitanti di Fucecchio un significato più antico e profondo che trae spunto dalla miracolosa apparizione della Madonna a un eremita, un certo Beato Gino da Lucca.
Durante l’incendio che devastò Fucecchio, l’eremita si salvò infatti miracolosamente perché, proprio nel punto in cui gli apparve la Madonna, si sviluppò davanti ai suoi occhi, una sorgente d’acqua, tuttora ammirabile, che lo trasse in salvo.

Quello della Madonna delle Querce è un posto meraviglioso, dove corsi d’acqua, natura, storia, architettura e religiosità attirano turisti, fedeli ed escursionisti da ogni dove.

Conclusione del viaggio

Termina qui la prima parte del nostro viaggio tra fonti, sorgenti, antichità e presente in Toscana.
I corsi d’acqua sono i canali fondamentali delle nostre culture e tradizioni, del nostro cammino.
Conoscere la loro storia rappresenta un gesto di rispetto per le nostre radici, insieme a un forte invito a preservarne la bellezza e il valore nel tempo.

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